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Portami via da me. Esiste sempre un modo giusto per fare una cosa sbagliata

Sottotitolo non presente

Descrizione

«Mi sentivo così allegramente stanco della mia vita, e avevo ancora solo vent'anni, come se la mia mente mai sfiorita mi riportasse sempre e solo ai miei sbagli. Vivevo in un paese recintato da muri a secco, in cui ogni ricordo, anche il più obliato, nasceva già vecchio. In un paese è difficile vivere se si ha una grande ambizione, è difficile morire e non restare sulla bocca delle persone. "Sono un poeta", rispondevo a chi mi chiedeva che mestiere facessi. "La mattina scrivo poesie e la notte ne invento altre sotto diverse vesti". E la gente rideva, rideva di una risata cattiva; digrignava i denti e sputava saliva. Ma che ne può sapere il paesano di un poeta, se ha vissuto sempre e solo inseguendo bachi da seta? Che ne sa il paese, che si diverte in una festa patronale, della malinconia latente che quella può portare? Ma che importa a quella gente, che si incanta di fronte alle bancarelle, di sollevare lo sguardo e contare in cielo le stelle? Si accontenta, il paesano, di guardare la banda suonare e non gli pare strano se qualche nota volutamente è venuta male».
Portami via da me. Esiste sempre un modo giusto per fare una cosa sbagliata
15,00

 
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