Il "Tattato d'amore" di Simone Porzio (ca. 1546) rappresenta un'originale esegesi petrarchesca, condotta attraverso il prisma della medicina e della filosofia naturale aristotelica, in netta contrapposizione al neoplatonismo ficiniano dominante. Questa edizione critica riunisce per la prima volta due redazioni del trattato filosofico sull'amore: il "Trattato d'amore" (Firenze, Ms. Ashburn. 674) e il meno noto "Degl'affetti d'amore" (Napoli, Ms. Branc. V D 17), rivelando l'evoluzione del pensiero porziano e la sua ricezione negli ambienti intellettuali del Rinascimento italiano. L'introduzione e l'apparato critico forniscono gli strumenti per comprendere la complessità dell'opera e il suo significato nel dibattito rinascimentale sulla natura degli affetti e delle passioni.