Non si potrà dire che non l'avevamo previsto. E così ecco Giorgio Sassi, strenuo cultore della "lèngua da Varées", dopo Baudelaire e Shakespeare, misurarsi con il Dante dell'Inferno. Hoc erat in votis, come dicevano gli antichi. E sono voti che intanto ci dicono di una sua scelta precisa, in questi ultimi anni, per la poesia, dopo le prove narrative de I balóss e ul Mago e il cimento antropologico dei proverbi.