Un viaggio iniziato per caso si trasforma in un'esplorazione profonda del tempo, della malattia e dell'anima europea. Un'opera immortale, il capolavoro assoluto di Thomas Mann. Nel sanatorio Berghof di Davos, in Svizzera, la vita si mette in pausa e il tempo si dissolve. È in questo luogo, apparentemente lontano da tutto, che i pensieri e le curiosità intellettuali del giovane ingegnere Hans Castorp possono fiorire e prosperare senza limiti, anche grazie all'incontro con il variegato panorama umano costituito dagli altri ospiti della struttura: l'italiano Lodovico Settembrini, il gesuita Leo Naphta, la seducente Madame Chauchat e il cugino Joachim Ziemssen. Per Castorp, il soggiorno nel sanatorio diventa una vera e propria educazione spirituale, un'idea di futuro che passa attraverso la conoscenza della malattia e della morte, che lui fa appena in tempo a intuire, prima di essere nuovamente scaraventato nel vortice dell'esistenza - che per un giovane uomo, nell'Europa dei primi del Novecento, significa una cosa soltanto: la carneficina della Grande Guerra.