Se, come sosteneva Max Scheler, la vita è esperienza della direzione della morte, la consapevolezza di tale direzione è oggetto di riflessione pedagogica nella misura in cui abilita la persona a dare senso alla finitudine della condizione umana e ai limiti delle relazioni che ne sostanziano la formazione. La pedagogia, da sempre interessata alle forme attraverso cui le relazioni nascono e si strutturano, non ha forse rivolto la stessa attenzione ai modi tramite i quali esse si interrompono e terminano: ecco l'originalità di questo libro. Ognuno di noi, nel corso degli anni, ha sperimentato quanto sia difficile separarsi anche solo da un'abitudine, una casa, un'idea. Ancora più drammatica, lacerante e insopportabile è la fine del legame con le persone che amiamo. Da qui, educare al morire rappresenta sia il percorso con cui ci avviciniamo e ci prepariamo, emotivamente e cognitivamente, alla nostra morte, sia lo strumento attraverso il quale impariamo a gestire la paura e il dolore derivante dalla morte reale e simbolica dell'altro.