Un gruppo scultoreo raffigura un ragazzo seduto a terra che addenta con forza un arto umano. Scoperta nel 1678 in una villa italiana di epoca romana, questa scultura ha da allora suscitato curiosità e interrogativi tra storici dell'arte e archeologi, che hanno individuato nel soggetto l'immagine di un "cannibale". Basandosi su indizi materiali e su un ricco corpus di testi e immagini, Véronique Dasen analizza da molteplici prospettive la funzione simbolica e culturale di quest'opera, la cui estetica provoca e insegna allo stesso tempo. Ne emerge un'appassionante indagine sulle rappresentazioni antiche della violenza e del gioco, nonché sul sistema di valori della società romana di età imperiale. Una riflessione sorprendente sulle passioni umane nell'antichità.