La notazione mensurale del XV e XVI secolo suscita dibattiti e interrogativi tra i musicologi e gli interpreti moderni. Rispetto agli insegnamenti contraddittori del vasto corpus teorico del Rinascimento, occorre comprendere meglio il ruolo di questi trattati, ma anche evidenziare i meccanismi che hanno trasformato un sistema descrittivo in un insieme di regole prescrittive autoreferenziali e avulse dalla pratica musicale: il culto dell'autorità, il desiderio di simmetria e il gusto della completezza. Allo stesso tempo, esplorando i legami tra tactus e contrappunto, possiamo individuare la finestra temporale attiva entro la quale la gestione della dissonanza diventa un processo dinamico.